Descrizione
L’edificio presenta la tipologia originaria
e ordinaria delle case borghesi e mercantili che nel tardo Trecento all’interno
del borgo chiuso si affacciavano sulla via Francigena. Uno zoccolo rialzato o terracia,
delimitato sul fronte stradale dalle
colonne circolari su cui poggiava la struttura
a sporto dei piani superiori, era destinato
all’esibizione e all’offerta al pubblico dei
generi esitati dalla bottega. Le colonne
erano parzialmente intercluse da un bancone
ligneo (banchus cum scrineo conclavato)
che al tramonto veniva chiuso senza
neppure riporre i generi non deperibili nel
magazzino (reçolium). Sul fronte interno
della terrazza si trovavano alcuni capaci
contenitori lignei - perlopiù in abete (de
bletono) o in castagno (arca castagneria)
- inchiavardati al muro con una catena e
contenenti le prime scorte rinnovate al
ritmo della vendita al minuto, giorno per
giorno. I furti nelle arche non erano infrequenti
ma, avvenendo perlopiù di notte e
configurandosi come furto con scasso sulla
via Francigena, siffatte aggravanti portavano
all’applicazione massima della pena di
franchigia (60 soldi segusini) o, in caso
d’insolvenza, all’amputazione dell’orecchio
e della mano e, se reiterati, all’impiccagione.
Dalla terracia si accedeva al magazzino
vero e proprio (reçolium) che custodiva le
scorte stagionali del negozio ma poteva
anche configurarsi come negozio-magazzino
(apotecha) frequentato dal pubblico: i
notai nelle datazioni topiche distinguevano
pertanto i contratti conclusi sub porticu,
sul fronte stradale vero e proprio dell’anticorpo
porticato, o all’interno della casa (in
apotecha, in reçolio). Al pianterreno o
piano rialzato si apriva sul retro del magazzino
la fogagna o casa da fuoco: non si
trattava di una semplice cucina (coquina)
ma di un ambiente più vasto destinato alla
vita domestica con uno sfogo diretto sul
cortile o parte rustica dell’edificio.
In val di Susa i camini domestici (calfatoria)
sono attestati non prima del settimo
decennio del Duecento e sostituirono con
canne fumarie i semplici focolai a sfogo
libero che spesso affumicavano gli ambienti
rendendo l’aria irrespirabile....
..."continua a leggere scaricando il PDF."
e ordinaria delle case borghesi e mercantili che nel tardo Trecento all’interno
del borgo chiuso si affacciavano sulla via Francigena. Uno zoccolo rialzato o terracia,
delimitato sul fronte stradale dalle
colonne circolari su cui poggiava la struttura
a sporto dei piani superiori, era destinato
all’esibizione e all’offerta al pubblico dei
generi esitati dalla bottega. Le colonne
erano parzialmente intercluse da un bancone
ligneo (banchus cum scrineo conclavato)
che al tramonto veniva chiuso senza
neppure riporre i generi non deperibili nel
magazzino (reçolium). Sul fronte interno
della terrazza si trovavano alcuni capaci
contenitori lignei - perlopiù in abete (de
bletono) o in castagno (arca castagneria)
- inchiavardati al muro con una catena e
contenenti le prime scorte rinnovate al
ritmo della vendita al minuto, giorno per
giorno. I furti nelle arche non erano infrequenti
ma, avvenendo perlopiù di notte e
configurandosi come furto con scasso sulla
via Francigena, siffatte aggravanti portavano
all’applicazione massima della pena di
franchigia (60 soldi segusini) o, in caso
d’insolvenza, all’amputazione dell’orecchio
e della mano e, se reiterati, all’impiccagione.
Dalla terracia si accedeva al magazzino
vero e proprio (reçolium) che custodiva le
scorte stagionali del negozio ma poteva
anche configurarsi come negozio-magazzino
(apotecha) frequentato dal pubblico: i
notai nelle datazioni topiche distinguevano
pertanto i contratti conclusi sub porticu,
sul fronte stradale vero e proprio dell’anticorpo
porticato, o all’interno della casa (in
apotecha, in reçolio). Al pianterreno o
piano rialzato si apriva sul retro del magazzino
la fogagna o casa da fuoco: non si
trattava di una semplice cucina (coquina)
ma di un ambiente più vasto destinato alla
vita domestica con uno sfogo diretto sul
cortile o parte rustica dell’edificio.
In val di Susa i camini domestici (calfatoria)
sono attestati non prima del settimo
decennio del Duecento e sostituirono con
canne fumarie i semplici focolai a sfogo
libero che spesso affumicavano gli ambienti
rendendo l’aria irrespirabile....
..."continua a leggere scaricando il PDF."
Indirizzo e punti di contatto
Nome | Descrizione |
---|---|
Indirizzo | Via Valter Fontan 23/a |
Telefono | 0122 49002 |
Apertura | Attualmenta aperta per eventi, mostre e celebrazioni di matrimoni. |
Mappa
Indirizzo: Via Walter Fontan, 27, 10053 Bussoleno TO, Italia
Coordinate: 45°8'16,3''N 7°8'54,3''E
Indicazioni stradali (Apre il link in una nuova scheda)
Modalità di accesso
si accede dalla via pedonale via Fontan. si accede per mezzo di tre gradini in pietra , non è presnete rampa.